Regolamento Europeo protezione dati personali: cosa significa per i retailer?

Perchè i retailer devono prestare particolare attenzione a questo regolamento europeo

La gestione dei dati è un elemento chiave per il miglioramento della customer experience. Per i retailer capire chi è il proprio cliente, i gusti e lo storico d’acquisto è cruciale per poter fornire un livello di supporto sempre più personalizzato e in linea con le aspettative. Il nuovo regolamento europeo, GDPR (General Data Protection) rappresenta una ristrutturazione totale dell’attuale legislazione e in particolar modo ha un forte impatto per i retailer e le loro operazioni quotidiane. I cambiamenti nell’ottenere e processare i dati sono molteplici, con grosse implicazioni sul business. Il testo – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE) lo scorso 4 maggio – diventerà definitivamente applicabile in via diretta in tutti i Paesi UE a partire dal 25 maggio 2018, quando dovrà essere garantito il perfetto allineamento fra la normativa nazionale in materia di protezione dati e le disposizioni del Regolamento..

Di cosa si tratta e quali sono gli effetti sui retailer?

Il regolamento è parte del cosiddetto “Pacchetto protezione dati”, ovvero l’insieme normativo che definisce un nuovo quadro comune di tutela dei dati personali per tutti gli stati membri dell’UE che dovrà essere recepita dagli stessi entro 2 anni per non incorrere in sanzioni (piuttosto pesanti, 20M di euro o il 4% del fatturato globale). Le aziende devono quindi essere più trasparenti su come i dati personali vengono salvati e dove e per i retailer questo si traduce in maggiore attenzione pubblica, in quanto chi non rispetta tale normativa verrà pubblicamente denigrato. E’ chiaro come questo aspetto sia per i retailer di vitale importanza, soprattutto in un settore in cui la customer experience e fiducia al brand è fondamentale. Una violazione di questa normativa comporterà una violazione anche dell’affidabilità e fiducia verso i clienti.

I cambi fondamentali non possono essere ignorati. Quindi cosa deve esser fatto?

Nei prossimi mesi, i retailer dovranno dare priorità assoluta ai dati, dove sono registrati, chi se ne occupa, il livello di sicurezza e come vengono utilizzati. Un punto significativo per molti retailer sarà il fatto che molto spesso i dati sono su database multipli. Quindi nei prossimi mesi diventerà chiave capire dove sono, la consolidazione degli stessi e come assicurare il rispetto della normativa. Dopo un’accurata audit i business dovrebbero sviluppare un piano per assicurare che le operazioni siano in linea con il regolamento e, dove necessario, un Data Protection Officer potrebbe essere necessario. Tutto lo staff che entra in contatto con dati cliente dovrà essere accuratamente formato sul GDPR e cosa comportano i maggiori cambi. Non riguarda solo l’ufficio legale, ma tutto il team deve essere a conoscenza delle implicazioni. Ancora più vero per il luxury dove la fiducia verso il brand è un asset fondamentale!

Nel dettaglio del regolamento

Il regolamento segna un cambio importante per i modi in cui i retailer raccolgono, salvano ed utilizzano i dati cliente. Questo significa:

• Ottenere il consenso assoluto relativo a come vengono processati i dati: questo significa che scelte pre-compilate non costituiscono un assenso oltre al fatto che se il consenso è stato dato non dura all’infinito, ma i clienti devono essere informati e il loro consenso al trattamento dei dati riproposto e accettato
• Rimuovere i dati clienti dal proprio database se è una loro esplicita richiesta, da comunicare alle autorità entro 72 ore.
• Selezionare un Data Protection Officer, soprattutto se ci sono molti dati sensibili da gestire

La definizione di “dati personali” sta diventando sempre più estensiva: ora include ogni informazione identificativa (ad esempio rientrano in questa categoria i cookies).