Retail

L’influenza della royal family sul retail

1 May 2018

5 min

Lo stile della Famiglia Reale è sempre al centro dell’attenzione, soprattutto dopo la recente ondata di entusiasmo suscitata dalla nascita del terzogenito di Kate e William e dall’annuncio delle nozze tra il Principe Harry e Meghan Markle, avvenuto poche settimane fa. Quando un membro della Famiglia Reale sfoggia un capo di un determinato stilista o un nuovo accessorio, nel giro di 24 ore quel prodotto diventa introvabile. Sembra che i retailer facciano a gara per sfruttare l’influenza dei reali britannici.

Sempre affascinante, negli ultimi tempi la Famiglia Reale si è prestata più del solito a scatti meravigliosi, capaci di cogliere momenti adorabili. Come dimenticare il dolcissimo saluto della Principessa Charlotte al suo arrivo in ospedale per far visita al fratellino appena nato?

Per non parlare delle scelte di stile: da questo punto di vista, nessun’altra famiglia è monitorata dalla stampa tanto quanto i reali d’Inghilterra.

Qualsiasi articolo riguardante le mise sfoggiate in pubblico […] diventa oggetto di attenzione per milioni di acquirenti – ha commentato Forbes. Secondo il Wall Street Journal, i social media feed dedicati agli outfit di Meghan Markle dissezionano lo stile della sposa in ogni minimo dettaglio.

Tutto questo si traduce in una vera e propria miniera d’oro. Stando ai calcoli di Business Insider, l’influenza della Duchessa di Cambridge muove ogni anno 717 milioni di sterline (1 miliardo di dollari) nella moda britannica. Nel 2013, secondo un’inchiesta di CNBC, la nascita del Principe George ha generato circa 247 milioni di sterline (344 milioni di dollari) nelle vendite retail del Regno Unito. Nel 2015, anno di nascita della Principessa Charlotte, i marchi indossati dalla secondogenita di William e Kate hanno registrato un incremento pari a 101 milioni di sterline (141 milioni di dollari), secondo uno studio condotto dalla società di consulenza Brand Finance e citato da Drapers.

In mancanza di una fonte affidabile all’interno di Buckingham Palace, è quasi impossibile prevedere le scelte della Famiglia Reale in fatto di abiti, gioielli, acconciature e make-up. Quel che è certo è che faranno tendenza. E allora come possono prepararsi i retailer? Ecco alcuni consigli.

 

Agilità omnichannel e visibilità delle scorte

Secondo Drapers, il marchio britannico di costumi da bagno Sunuva ha riscontrato un aumento del traffico web pari al 700% il giorno in cui sono apparse alcune foto del Principe George mentre indossava una delle loro T-shirt per il suo terzo compleanno. L’azienda ha esaurito l’articolo in brevissimo tempo e ha subito ordinato altri pezzi. Sunuva ha perfino aggiunto al suo sito una funzione di pre-ordine per gestire la marea di consumatori desiderosi di vestire i propri pargoli come il Principino. Un altro stilista britannico, Reiss, ha registrato il tutto esaurito – con conseguente corsa al rifornimento – quando la Duchessa di Cambridge ha indossato il suo abito beige “a fasce” durante un incontro alla Casa Bianca con il Presidente Obama e l’allora First Lady, nel 2011. L’influenza dei reali mette a dura prova anche la catena logistica dei colossi della moda: un maglione di Marks & Spencer indossato da Meghan Markle durante un’apparizione pubblica è andato esaurito per ben due volte secondo quanto riportato da Express.

 

Unified commerce retail

Se sei così fortunato da vedere il tuo marchio addosso a un membro della Famiglia Reale, o se semplicemente vuoi sfruttare a tuo vantaggio gli ultimi trend, la prima cosa da fare è assicurarsi la visibilità delle scorte in tempo reale e un reporting integrato dei KPI, ad esempio per quanto riguarda i modelli più venduti. Con una soluzione commerciale connessa puoi conoscere la posizione esatta dei prodotti e spostare le merci tra sedi e canali senza alcuna difficoltà. Il livello di agilità può fare un’enorme differenza quando gli outfit reali vengono condivisi sui social media e sulle testate giornalistiche. Contando sulla trasparenza della catena logistica e su informazioni spendibili, i team delle sedi centrali possono accelerare le spedizioni dai magazzini ai negozi con una forte domanda. Se l’articolo desiderato non è reperibile in un determinato negozio, un addetto alle vendite può verificarne la disponibilità in un altro punto vendita o online, e organizzare la consegna in base alle preferenze del cliente.

 

Infrastruttura IT scalabile

In occasione dell’annuncio del fidanzamento con il Principe Harry, Meghan Markle ha indossato un ormai celeberrimo cappotto bianco con cintura firmato LINE the Label. Il pubblico è andato in visibilio e ha fatto a gara per accaparrarsi l’ambito cappotto, ribattezzato “Il Meghan”, tanto da mandare in tilt il sito del brand canadese, secondo quanto riferito da Express.

Per evitare il sovraccarico dei siti di e-commerce e la conseguente delusione dei clienti, i retailer possono migliorare la propria reattività alle tendenze reali investendo in una tecnologia scalabile basata sul cloud. Con una generosa capacità del server, aggiornamenti automatici del software e una scalabilità quasi illimitata, le soluzioni offerte tramite un modello cloud moderno permettono ai retailer di restare agili. Così possono adeguarsi alle fluttuazioni della domanda, che si trasformano in vere e proprie ondate quando ci sono di mezzo Kate Middleton o Meghan Markle.

Inoltre, a differenza dei software on-premise, le soluzioni basate su cloud consentono un lancio rapido ai negozi. Una casa di moda può aggiungere ulteriori metodi di pagamento, anche tramite dispositivo mobile, nel giro di pochi minuti. E come se non bastasse, è possibile avviare un intero pop-up store in brevissimo tempo.

 

Prontezza globale

La stilista di abbigliamento per bambini Rachel Riley, attiva nel Regno Unito e amatissima dalla Duchessa di Cambridge, ha dichiarato a Drapers che la fama del suo brand ha avuto un’impennata mondiale dopo che il Principe George, in occasione del suo primo viaggio all’estero in Nuova Zelanda, è stato fotografato con una salopette firmata da lei.

Ovviamente abbiamo riscontrato un picco delle vendite, ma la cosa più importante è stata l’enorme popolarità conquistata dall’azienda – ha dichiarato Riley a Drapers – Avevamo già un 40% delle attività riconducibile agli Stati Uniti, ma con la complicità del Principe George abbiamo suscitato parecchio interesse anche in altri Paesi, come Giappone, Corea del Sud e India.

Per non farsi cogliere impreparati davanti a una possibilità di espansione globale, è fondamentale avere una piattaforma di retail tecnologia in grado di supportare le vendite in molti Paesi diversi. Oltre a garantire una versione linguistica ad hoc, la soluzione deve essere conforme alle procedure fiscali locali, nonché alle normative nazionali e alle politiche sui pagamenti con carta di credito. Inoltre, come già accennato, il retailer deve avere la possibilità di evadere gli ordini a prescindere dalla posizione delle scorte, a livello nazionale e internazionale.

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