Retail

I sette punti chiave per diventare un cio omnichannel di successo

1 Ottobre 2018

3 min

Addio, CIO old school! Nel retail più che altrove, il ruolo del CIO sta cambiando, affermandosi come un leader della trasformazione digitale e dell’omnicanale. Ecco le 7 sfide da affrontare secondo Pascal de La Faye, consulente in strategia e governance dei sistemi informativi:

1 – Essere un vero e proprio direttore d’orchestra

Saper coordinare sempre più attori differenti è ormai una qualità essenziale dei CIO nel retail. Il digitale e l’omnicanale aggiungono molti vincoli sui sistemi esistenti, le infrastrutture, i metodi di sviluppo e i team di supporto. Il CIO deve possedere una visione globale del sistema informativo e gestire tutte le parti interessate, intere o esterne. Nel complesso contribuisce molto di più rispetto a prima dello sviluppo del business.

2 – Accompagnare la trasformazione digitale della propria azienda

Parola d’ordine: “Digital ready”! Missione: promuovere e favorire nuovo mezzi digitali (collaborazione, mobilità, social network …); semplificare l’utilizzo di strumenti e sistemi per tutti gli utenti; mettere in sicurezza applicazioni e dati; creare infrastrutture ad hoc (Active Directory, Digital Asset Management, ToIP, Bus ESB, MDM, Web Services, API…). Fortunatamente, il Software as a Service (SaaS) facilita il suo compito lasciando il tempo di concentrarsi su progetti strategici e, perché no, garantire il ruolo di Chief Digital Officer (CDO).

3 – Accellerare!

Nel 2018, tutto va più veloce! Nel contesto della trasformazione digitale, il CIO deve ripensare l’urbanizzazione del sistema informativo per farlo evolvere molto più rapidamente che in passato. Un’architettura applicativa di tipo SOA gli permetterà di avere strumenti software per, ad esempio, interrogare l’inventario in tempo reale.

4 – Diventare agile

Anche nell’ambito dei sistemi informativi, è ora necessario adottare gli stessi metodi di innovazione e l’agilità che hanno avuto successo nella maggior parte dei settori industriali (DevOps, Scrum, Extreme programming…). Il risultato? Riduzione delle fasi di sviluppo del software, progetti rilasciati più rapidamente e a costi inferiori e una migliore comunicazione tra le parti interessate.

5 – Trasformare i propri team

Fare coesistere team “digitali” e tradizionali a capo dello stesso CIO può essere una seria garanzia di buona esecuzione. Si parla spesso dei vantaggi dell’IT bimodale. Questo tipo di organizzazione consiste nell’introdurre entrambi i sistemi contemporaneamente: la messa a fuoco “tradizionale” sulla stabilità e la “legacy” e insieme a loro, i sistemi digitali più flessibili, più scalabili e orientati al cloud, che mettono l’accento sull’innovazione, la sperimentazione e il time-to-market.

6 – Fare sinergia

Essendo una forza propositiva rispetto alle altre direzioni, il nuovo CIO non è più confinato al ruolo di tecnico. Diventa a pieno titolo una parte delle dinamiche di business indotte dalle tecnologie digitali. Oltre alla grande libertà che offre al consumatore connesso, l’omnicanale ha il vantaggio di richiedere alle aziende di lavorare in modo collaborativo. Un’occasione unica per il CIO di avvicinarsi, ad esempio, al marketing ed effettivamente contribuire al business.

7 – Anticipare le tecnologie di domani

Clienteling, web-to-store, comunicazioni unificate, strumenti di gestione, sviluppo internazionale… Da vero pioniere e stratega, il CIO anticipa le sfide di domani per la sua azienda, è all’avanguardia sull’innovazione del sistema informativo e contribuisca pienamente allo sviluppo del business.

Qualche parola su Pascal La Faye: Ex direttore dei sistemi informativi di vari gruppi internazionali di – tra cui 17 anni in Hermès – ma anche esperto legale, Pascal La Faye ora lavora come consulente di gestione dei sistemi informativi e di trasformazione digitale. I suoi settori di expertise sono retail, lusso, industria, logistica e trasporti.

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